Una delle difficoltà della prima trattativa per acquistare un sito è comprendere i termini essenziali che ci vengono proposti.

Premesso che comprendiamo i concetti di spazio web (hosting) e dominio (il proprio www.nomedelmiosito ecc) eccoci alle prese con i concetti relativi alla costruzione del sito, che non vengono quasi mai chiariti da chi ce lo propone. Ma non ce lo spiegano soprattutto perché di solito sono questioni che afferiscono alle convinzioni personali e alle peculiarità tecniche di chi ci realizza il sito, e non sono scelte che fa il cliente.

Attualmente ci sono due strade maestre per realizzare un sito: un sito tutto scritto con uno specifico linguaggio di programmazione, che viene definito “custom” (=personalizzato), oppure un sito che si avvale una struttura di base preconfezionata, che si chiama CMS (Content Management System).

Il sito custom: è il sito dove tutto il codice è realizzato dal programmatore, e quindi ha un’altissima possibilità di modifica dei dettagli. Si usa soprattutto per gli e-commerce, per realizzare il sito in modo originale e unico, e per avere caratteristiche particolari come interfacce con app o con gestionali molto particolari. Per esempio il sito di un gruppo bancario è quasi sempre un custom, delicato e destinato a grandi carichi di lavoro, e blindatissimo sotto il profilo della sicurezza (sarebbe più corretto definirlo un portale, viste le tante caratteristiche che ha). Ma anche un sito e-commerce normale può essere custom, perché magari il programmatore che ce lo propone si è creato delle sue strutture in PHP (linguaggio tipico del web) e ha già sperimentato dei siti di successo con questa struttura e la offre anche a noi. Ovviamente un sito custom avrà sempre dei costi piuttosto alti, e avrà probabilmente anche dei margini di sicurezza più elevati della media, perché costruito in modo originale.

Il CMS invece offre al web-designer una struttura di base già pronta, sulla quale innestare poi la grafica e le caratteristiche specifiche di quel sito. Ci sono tanti cms disponibili, per diversi utilizzi, ma alla fin fine sono cinque o sei quelli veramente popolari: WordPress, Joomla e Drupal per il sito base (implementabile con ogni tipo di Plug-in) e per l’e-commerce Prestashop, Magento, OS Commerce.

Ognuno di questi CMS è un mondo, ognuno con i suoi costi e con i suoi plugin. Il più diffuso è sicuramente WordPress, che ormai ha raggiunto il 42% di tutti i siti presenti nel mondo. Il suo successo non è dovuto solo alla sua semplicità d’uso, ma anche alla grande comunità che gli gravita intorno, e che sforna ogni giorno nuove risorse.

Altro discorso è invece Prestashop o Magento. Sono dei negozi online con le funzioni specifiche della categoria e sono più complicati, sia da mettere online che da gestire.

E infine, negli ultimi tempi, è spuntata anche una terza opzione: i siti come Shopify, o Wix. Questi sono siti che non vengono “installati” sul nostro sito, per poi personalizzarli. Li troviamo sulle piattaforme proprietarie, e anche chi ci fa il sito deve collegarsi alla piattaforma e fare le modifiche da lì. Ultimamente Shopify sta andando forte, perché sta proponendo delle formule grafiche di tendenza. Per contro chi lo ha inventato ha creato un sistema di opzioni  attivabili a pagamento che ne aumentano il prezzo man mano, e chi ha provato il confronto con gli “installabili” lamenta di avere poche possibilità di modifica, di avere in mano uno strumento troppo “basico”.

Tornando alle differenze fra Custom e CMS ci sono delle cose che raramente vi racconteranno al momento dell’acquisto.

Un sito avrà bisogno di aggiornamenti e di restyling nel corso del tempo, e non sempre saremo seguiti da chi ce lo ha venduto e realizzato inizialmente. Un sito custom che viene spostato o viene a mancare il suo programmatore difficilmente troverà chi lo vorrà manutenere, e vi verrà proposto sicuramente di rifarlo. Questo perché è formato da una miriade di script e di funzioni, e modificando qualcosa potrebbe saltare qualcos’altro. Sarà quindi più sicuro, più personalizzato, ma siete legati al programmatore che lo ha scritto.

Scegliendo invece un CMS come WordPress, avrete la possibilità di trasferire la manutenzione a molte diverse agenzie o web-master, perché ormai è uno strumento ampiamente diffuso. Avrete anche più supporto online per affrontare il back-office, ovvero quelle parti di sito che potrete modificare in autonomia (articoli, photo-gallery, ecc).

Da notare che anche WordPress, Joomla e Drupal possono diventare degli e-commerce, installando i plugin aggiuntivi che li rendono tali. Però saranno quasi sempre meno specifici dei loro colleghi Prestashop e Magento. Questi ultimi hanno dei costi molto più elevati di solito, e ogni plugin aggiuntivo richiede un esborso. La differenza la scoprirete anche cercando un tecnico WordPress o un tecnico Prestashop. I tecnici Prestashop e Magento hanno un costo orario molto più alto di quelli che si occupano di WordPress, e se capita un errore di sistema avremo un costo un po’ più alto per ripararlo.

Quindi, su cosa stare? Dipende dalle vostre esigenze.

Prestashop e Magento sono molto specializzati (e infatti piacciono molto a chi vende tanto) e si collegano facilmente ai più famosi gestionali che trovate online.

WordPress è molto flessibile. Adattissimo a tutte le categorie: per fare il booking di un b&b o le prenotazioni di un ristorante, o un’agenzia immobiliare, o un sito di annunci.

Sono discorsi che di solito si scoprono quando si decide di cambiare web-agency, e ci sentiamo proporre di rifare il sito perché è custom o perché trovare tecnici Magento è difficile. Speriamo di avervi chiarito le idee, e siamo a disposizione per una chiacchierata e un preventivo.