Circa un anno dopo aver sollevato per la prima volta la questione, Geoffrey Hinton, noto come il ‘padrino dell’IA’, torna a discutere delle minacce che l’intelligenza artificiale rappresenta per l’occupazione umana. Le sue posizioni, seppur con alcune differenze, sono vicine a quelle espresse di recente da Sam Altman, CEO di OpenAI.
In un’intervista rilasciata alla BBC durante il programma Newsnight, Hinton ha dichiarato di essere «molto preoccupato che l’IA possa sostituire molti lavori ripetitivi», mettendo così in pericolo i posti di lavoro umani, e ha riferito di essere stato consultato in merito dal Primo Ministro britannico.
Considerando che uno scenario del genere appare inevitabile, Hinton suggerisce l’adozione di un reddito universale di base, erogato in denaro (a differenza di Altman, che propone un reddito in “tempo di calcolo”).
Secondo Hinton, questa misura è necessaria perché, senza una regolamentazione adeguata, lo sviluppo tecnologico aumenterebbe la produttività e la ricchezza, ma quest’ultima finirebbe per essere concentrata nelle mani di chi è già ricco «e non tra coloro che hanno perso il lavoro» a causa della tecnologia stessa.